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Sperimentazione del fototrappolaggio in ornitologia: caso di studio presso l’Oasi Dynamo



Titolo della tesi


Sperimentazione del fototrappolaggio in ornitologia: caso di studio presso l’Oasi Dynamo

 

 

Candidato


Lotti Camilla

 

 

Relatore


Conti Leonardo

 

 

Correlatore


Giannerini Sauro

Santalmasi Giulia

 

 

Anno accademico


2018 - 2019

 

 

Riassunto


Il fototrappolaggio rappresenta un metodo non invasivo, il cui utilizzo in ornitologia è più recente rispetto ad osservazioni condotte su altri mammiferi e sta rivoluzionando per lo più lo studio di uccelli rari ed elusivi.
La presente indagine è stata realizzata all’interno dell’Oasi Dynamo, affiliata WWF, nel comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia (PT) ubicata nella Regione Toscana; dove dal 2016, dopo risultati ottenuti antecedentemente, è stato promosso un progetto mirato alla conservazione di un passeriforme di interesse comunitario, l’Averla piccola (Lanius collurio Linnaeus, 1758), inserita nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
In base alle conoscenze biologiche della specie, lo scopo del presente studio è testare l’efficacia dell’utilizzo di tre posatoi artificiali abbinati ciascuno ad una fototrappola; considerando che l’averla utilizza questi ultimi come siti per la caccia, dovrebbe apparire durante tutto il soggiorno in Oasi, mostrando eventualmente le potenziali prede catturate.
Dato che le metodologie classiche, quali: esame tracheale dei pulli; individuazione e raccolta delle prede presso i punti di stoccaggio ed esame delle borre, potrebbero arrecare disturbo e stress ai soggetti in riproduzione (soprattutto ai pulli), la nostra indagine cercherà di fornire spunti di riflessione riguardo a metodi sperimentali non invasivi, soprattutto per specie con stato di conservazione sfavorevole e verificare inoltre, un’eventuale correlazione tra il campione ottenuto e la biologia della specie stessa.
Durante il periodo di campionamento dal 1 Giugno al 31 Agosto degli anni 2016, 2018 e 2019, sono risultate 12.292 foto (98,53%) in cui è apparsa l’Averla piccola, delle quali in 948 di queste compare con la preda nel becco. Da ciò si deduce, rispetto alle 12.476 foto totali (che includono quindi tutte le specie fotografate), che l’Averla piccola è la specie che maggiormente frequenta i posatoi e che, in accordo con la biologia di migrazione, si osserva una drastica diminuzione della presenza dei maschi adulti sui posatoi nell’ultimo periodo (inizio Agosto). L’analisi delle immagini raccolte ha mostrato inoltre come la presenza del posatoio artificiale sembra non arrecare disturbi agli individui in riproduzione, le fotografie infatti mostrano i soggetti in tutte le fasi biologiche caratteristiche del periodo: corteggiamento, alimentazione e svezzamento dei pulli.
Ad oggi, nonostante la consulenza di vari entomologi, a causa della qualità di alcune immagini, non è stato possibile analizzare la tassonomia delle prede presenti oltre il genere. Da ulteriori analisi è interessante osservare che non si verifichi il fenomeno dello switching (cambiamento di preda), in quanto pare che le preferenze alimentari si
basino principalmente sul consumo di Ortotteri (55,22%) durante tutto il soggiorno. Poiché oltre all’Averla piccola, è stato fotografato anche il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus Linnaeus, 1758) anch’esso inserito nell’Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, il presente metodo potrebbe essere preso in considerazione in futuro anche per lo studio di questa specie.
Visti i risultati emersi questo metodo potrebbe essere tenuto in considerazione per lo studio in ambito ornitologico, nonostante vi possano essere delle limitazioni legate soprattutto al furto delle fototrappole (per cui si consiglia di posizionare gli strumenti in aree sicure). L’utilizzo della tecnica sul lungo periodo porterebbe ad ammortizzare i costi progettuali iniziali; qualora poi fosse combinata anche ad altre metodologie (p.e. inanellamento scientifico) potrebbe condurre al riconoscimento dei singoli individui, affinché possano essere analizzate la dinamica e l’ecologia della popolazione nidificante, nell’ottica della conservazione della specie.

 



 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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