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Lo stambecco delle alpi (Capra ibex ibex, L. 1758) nel parco naturale Adamello Brenta: analisi della variabilità genetica

Titolo della tesi


"Lo stambecco delle alpi (Capra ibex ibex, L. 1758) nel parco naturale Adamello Brenta: analisi della variabilità genetica"

 

Candidato


Beltrami Daniele

 

Relatore


Bozzi Riccardo

 

Correlatore


Armanini Marco, Mustoni Andrea

 

Anno accademico


2014 - 2015

 

Riassunto


Scopo della tesi è stato la stima della variabilità genetica della popolazione di stambecco delle Alpi presente all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta.

All’inizio del XIX secolo lo stambecco era pressoché scomparso su tutto l’Arco Alpino, ad eccezione del Parco Nazionale del Gran Paradiso dove nel 1821, grazie al Re Vittorio Emanuele II di Savoia, vennero emanate le prime norme a favore della sua protezione. L’esigua colonia rimasta ebbe così modo di espandersi fino ad arrivare a inizio ‘900 ad una consistenza di circa 4.000 esemplari. A partire da questo importante nucleo iniziò la ricolonizzazione dell’Arco Alpino, reintroduzioni necessarie anche considerando la forte insularità delle popolazioni del bovide che presenta una bassa capacità di colonizzazione delle aree limitrofe a quelle di presenza preferenziale.

L’insularità delle popolazioni, unita alla scarsa consistenza di molti dei nuclei presenti sulle Alpi può essere causa di deriva genetica e portare a problemi di conservazione nel lungo periodo. È infatti evidente che una consistenza eccessivamente bassa di individui può portare sia al manifestarsi di geni recessivi, sia più frequentemente alla perdita di geni necessari per far fronte a perturbazioni esterne quali le malattie o le modificazioni climatiche.

In questo contesto, il Parco Naturale Adamello Brenta, che nel 1995 ha avviato un progetto di reintroduzione sul Massiccio dell’Adamello-Presanella, a distanza di venti anni dalle prime immissioni, ha inteso promuovere una indagine volta a verificare lo status genetico della neocolonia. La presente tesi si inserisce in tale progetto, proponendosi di verificare l’ipotesi della necessità di nuove liberazioni di individui che possano favorire l’assetto genetico della popolazione di stambecchi presente.

I risultati dello studio hanno messo inizialmente in risalto le difficoltà tecniche che si possono incontrare effettuando operazioni di campionamento di animali selvatici a quote molto elevate. Difatti su un totale di 27 campioni raccolti ben 8 sono stati, per motivi differenti, scartati in fase di analisi e successiva elaborazione dei risultati.

Passando poi ai risultati dell’analisi genetica si è osservato come la popolazione di stambecco dell’Adamello Brenta presenti un livello di variabilità genetica piuttosto ridotto. Questa ridotta variabilità può essere un segnale di una ridotta fitness della popolazione e sarebbe quindi opportuno monitorare la situazione genetica nel corso degli anni a venire per capire se si tratti di un fenomeno in aumento o se i livelli di variabilità sono stabili pur se ridotti.

Qualora si constatasse un peggioramento della situazione dovrebbe pensare ad interventi di restocking di nuovi soggetti nei territori del Parco, da effettuare con soggetti provenienti da popolazioni il più lontano possibile a livello genetico.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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