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Alla ricerca del fantasma dell'Appennino: stima della densità e dell'uso dell'habitat della lepre europea negli ambienti naturali

Titolo della tesi


Alla ricerca del fantasma dell'Appennino: stima della densità e dell'uso dell'habitat della lepre europea negli ambienti naturali

 

Candidato


Naldi Lorenzo

 

Relatore


Zaccaroni Marco

 

Correlatore


Ferretti Marco

 

Anno accademico


2016 - 2017

 

Riassunto


Lo scopo di questo studio è quello di determinare la densità e le preferenze ambientali di lepri in aree appenniniche del comprensorio Pistoiese, in territori a divieto di caccia e a caccia programmata, tramite l’applicazione del pellet-count tipologia FAR (Faecal Accumulation Rate).

Il monitoraggio è stato eseguito in contemporanea nell’Oasi di Protezione (Art. 15 L.R. 3/94) “Dynamo” (Comuni di San Marcello P.se-Piteglio e Pistoia – PT) e nel territorio a caccia programmata dell’ATC Pistoia 11 compreso nell’area nord-occidentale dell’appennino pistoiese, dalla Val Di Luce fino alla località Doganaccia (Comuni di Cutigliano-Abetone - PT).

Per definire il disegno sperimentale, come prima cosa sono state individuate le aree aperte all’interno delle nostre aree di studio, in seguito è stato applicato un buffer di 100 metri da esse per consentire l’indagine sull’utilizzo dell’habitat definendo così l’area di campionamento vera e propria. Infine su di essa sono stati generati casualmente i punti nei quali sono stati successivamente effettuati i transetti, predisponendone 40 in oasi e 80 in area appenninica per un totale di 120 transetti.

Successivamente sono stati eseguiti i due rilevamenti, come previsto dal FAR, più un terzo eseguito a scopo cautelativo. Da elaborazione dati risulta una densità pari a 22 per km2 (100 ettari) in Oasi Dynamo e di 18 per km2 (100 ettari) in zona appenninica.

Questi appaiono dati elevati, ma è opportuno dire che i transetti sono stati effettuati principalmente nelle aree aperte, sono quindi densità del tutto plausibili essendo queste le più frequentate nel periodo di attività. Per quanto riguarda lo studio dell’habitat si sono usati i seguenti predittori: habitat, esposizione, pendenza, quota, presenza del plot all’interno di un’area protetta e la localizzazione spaziale.

Questi dati si sono ottenuti costruendo con QGis un DEM (Digilat Elevation Model), un modello digitale del terreno in tre dimensioni dell’area di studio; interpolando i punti dei transetti ai tre raster 3D così ottenuti (altitudine, pendenza, esposizione) sono state ricavate le caratteristiche sopra dette per ognuno di essi.

Per modellare l’importanza di questi è stata utilizzata una Random Forest. Dai risultati si è visto che predittori più importanti sono l’uso del suolo e l’altitudine, di conseguenza questi sono stati approfonditi.

Si è visto che gli ambienti a maggior presenza, in valor assoluto, risultano quelli a vegetazione rada insieme ad i seminativi, mente per le fasce altitudinali si riscontra una maggior presenza quelle con altitudine superiore a i 1500m s.l.m. e quelle comprese tra gli 866 e i 1250m s.l.m., sempre prendendo valori assoluti.

In conclusione di ciò si sottolinea che lo studio ha portato ad avere i primi dati a livello italiano di densità di Lepre europea in ambiente appenninico, dimostrando anche che, in queste aree, non ha nessuna importanza la presenza o meno degli istituti a divieto di caccia.

Questo aspetto potrebbe avere ricadute venatorie importantissime, essendo la base per una innovazione gestionale basata sui distretti di gestione conservativi della piccola selvaggina.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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