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LA CONSERVAZIONE DEL BARBAGIANNI (Tyto alba) IN TOSCANA

Titolo della tesi


LA CONSERVAZIONE DEL BARBAGIANNI (Tyto alba) IN TOSCANA

 

Candidato


Erbosi Alessandra

 

Relatore


Martini Andrea

 

Correlatore


 

 

Anno accademico


2017 - 2018

 

Riassunto


La tesi tratta della specie Tyto alba, delle sue caratteristiche, della sua diffusione nel territorio della Regione Toscana, delle cause che mettono a rischio la sua conservazione e dei loro possibili rimedi.

A tal fine, sono stati analizzati ed elaborati i dati relativi al soccorso della fauna selvatica in difficoltà, con particolare riferimento al barbagianni, effettuati negli anni 2010-2017 messi a disposizione dalla Regione Toscana e da alcune strutture e associazioni operanti nelle varie Province. Inoltre, concludendo, si è provato ad individuare alcune delle soluzioni attualmente messe in atto allo scopo di favorire la conservazione del barbagianni.

Il sito in questione è IT4060017 - ZPS - riguarda il Po di Primaro e Bacini di Traghetto, ha una superficie di 1436 ettari e comprende 1410 ettari (Argenta, Ferrara), 26 ettari (Molinella, Bologna). Il piano di conservazione che è stato creato appositamente per questo sito ha come obbiettivo il ripristino di un ambiente una volta molto ricco di molteplici specie e la salvaguardia di quelle tuttora presenti.

Il Po di Primaro ha una notevole storia alle spalle ed era uno dei principali rami del Po che portava al mare, era navigabile e molto sfruttato fino a quando a causa dei detriti che si depositarono sul fondo e alla poca cura del fiume stesso perse la sua navigabilità, la sua corrente e divenne “morto”, fu così deciso di modificare il suo corso, facendolo terminare nel reno e facendo prendere al reno il suo letto fino allo sbocco in mare.

Il quadro conoscitivo, documento allegato al piano di gestione, riporta diverse tabelle con le specie di avifauna presenti sul territorio, mettendo a confronto quelli presenti secondo la direttiva uccelli 2009/147/CE con quelli presenti secondo i censimenti effettuati. I dati riportati riguardano un censimento effettuato nel 2011, sarebbe opportuno effettuare ulteriori censimenti, a cadenza annuale, per monitorare meglio l’area e provvedere meglio alla sua rinascita faunistica.

Altre azioni possibili sul territorio potrebbero essere: una mappatura dei maceri, una maggiore informazione e sensibilizzazione delle persone, un controllo sul territorio per aiutarlo a crescere nel migliore dei modi e la salvaguardia, o meglio il controllo, delle specie invasive che sono sempre in aumento e hanno la meglio sulle piccole specie indifese che popolano il territorio.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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