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I danni da fauna selvatica: analisi ed elaborazione delle banche dati del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Titolo della tesi


I danni da fauna selvatica: analisi ed elaborazione delle banche dati del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

 

Candidato


Anzalone Chiara

 

Relatore


Conti Leonardo

 

Correlatore


Pedrazzoli Carlo

Nicoloso Sandro

 

Anno accademico


2017 - 2018

 

Riassunto


L’aumento delle popolazioni di ungulati e dei grandi predatori come il lupo, ha portato ad un inasprimento del rapporto tra uomo e fauna. Il problema dei danni da fauna selvatica alle attività agro-pastorali sta infatti acquisendo, nel panorama italiano, sempre più rilevanza.

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (PNFC), è un’area protetta ricca di habitat ottimali per numerose specie animali, mentre, il numero di attività agricole/zootecniche presenti nel Parco, è molto limitato anche a causa del carattere montano e quindi svantaggiato della zona.

L’Ente Parco è comunque impegnato, fin dalla sua istituzione, nel monitoraggio del fenomeno anche ai fini dell’erogazione degli indennizzi dovuti alle attività agro-pastorali comprese nel Parco colpite da danni da fauna.

Tale meccanismo ha permesso l’archiviazione di numerose informazioni riguardanti il danno (tipologia, localizzazione, ecc.) e il richiedente l’indennizzo (dati anagrafici), con la conseguente creazione di più banche dati.

Il presente elaborato si propone d’illustrare il lavoro da me svolto, in collaborazione con l’Ente Parco e la Soc. Coop. D.R.E.Am. Italia, per la riorganizzazione, l’omogeneizzazione e l’elaborazione dei dati contenuti nei database in possesso dell’Ente Parco stesso.

In seguito a tale operazione, il parco dispone di: • una banca dati, costituita da 179 record, contenente le informazioni anagrafiche relative a tutti i soggetti che hanno fatto richiesta di indennizzo almeno una volta dal 1995 al 2017; • un foglio elettronico Excel che conta 5.457 record corrispondenti al numero di pratiche archiviate riferite alle colture danneggiate nel periodo considerato (2005-2017); • uno shape file la cui tabella degli attributi è costituita da 209.374 record, corrispondenti a tutte le particelle catastali dei comuni interessati dall’area protetta.

Per le particelle che sono state interessate da danni almeno una volta dal 2005 al 2017 (complessivamente 2.311 particelle), è possibile risalire a tutte le informazioni legate ai danni subiti e ai relativi indennizzi.

Un’organizzazione uniforme e razionale dei dati raccolti nel corso degli anni dal PNFC, permetterà una più facile gestione da parte dell’Ente per quanto riguarda l’aggiornamento e l’implementazione delle banche dati.

Inoltre il lavoro svolto ha permesso di utilizzare i dati in questione per modellizzare l’andamento spaziale, tipologico e temporale del fenomeno dei danni da fauna.

Sono dunque stati evidenziati alcuni aspetti del fenomeno nel PNFC: a) le superfici potenzialmente destinabili alle attività agro-pastorali all’interno del PNFC sono mediamente molto ridotte e collocate all’interno di ampie aree boscate, che fungono da rifugio per le principali specie responsabili dei danni (cinghiali e cervidi).

Questo fa sì che la probabilità che si verifichi un evento di danno sia molto elevata; b) negli ultimi anni, il fenomeno dei danni da fauna all’interno dell’area di studio ha assunto un trend negativo.

Tale andamento può essere giustificato con l’impegno profuso dall’Ente Parco nella promozione e valorizzazione dei sistemi di prevenzione quali recinzioni o cani da guardiania; c) quello dei danni da fauna è un fenomeno altamente prevedibile all’interno de PNFC in quanto si è rilevato un elevato grado di ripetitività per quanto riguarda le localizzazioni degli eventi nel corso del periodo considerato. In futuro, i risultati esposti all’interno dell’elaborato potrebbero essere impiegati in numerosi campi d’applicazione, in primis nella gestione del fenomeno dei danni da fauna, in modo da ottimizzare le risorse umane ed economiche da dedicare al problema. In tal senso, un esempio è l’ipotetico utilizzo del WebGIS per rivoluzionare l’iter di richiesta di indennizzo da parte dei proprietari/conduttori delle attività colpite dai danni all’interno del Parco.

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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