Naviga nel sito della Scuola di Agraria

Caratterizzazione dei siti di predazione del lupo (Canis lupus) all’interno della Tenuta di San Rossore


Titolo della tesi

 


 

Caratterizzazione dei siti di predazione del lupo (Canis lupus) all’interno della Tenuta di San Rossore

 

 

 

Candidato

 


 

Sieni Sara

 

 

 

Relatore

 


 

Conti Leonardo

 

 

 

Correlatori

 


 

Marco Apollonio

Paolo Bongi

Marco Del Frate

 

 

 

Anno accademico

 


 

2018 - 2019

 

 

 

Riassunto

 


 

La grande espansione demografica della popolazione di ungulati sul territorio Italiano associata ai decreti che collocano la specie lupo a particolare tutela (legge 157/92, art.2), hanno favorito un incremento nella distribuzione di questa specie. Gli ungulati selvatici rappresentano una fonte alimentare di primaria importanza e le dinamiche di popolazione del predatore sono fortemente legate alle distribuzioni e alle consistenze di popolazione di queste risorse. L’incremento della sua popolazione risulta connesso a variabili ambientali e socio-economiche che hanno permesso la colonizzazione di svariati ecosistemi, essenzialmente attraverso l’incredibile adattabilità e plasticità ecologica peculiare di questa specie. Si tratta infatti di un animale ecologicamente opportunista beneficiante di una varietà di caratteri che gli permettono di trovare risorse utili a sopravvivere in un numero considerevole di ambienti differenti. È in grado di modulare le tecniche di caccia, mirate al reperimento di risorse trofiche, a seconda delle variabili ecologiche che costituiscono il territorio di appartenenza. In questo contesto si inserisce il presente studio, che è stato svolto nella Tenuta di San Rossore, compresa nel Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, in cui è presente una popolazione di ungulati costituita da daini con valori di densità molto elevati associata a cinghiali. Da alcuni anni ha fatto la sua comparsa all’interno dell’area protetta un esemplare di lupo che si è stabilizzato nella Tenuta e ha individuato in queste abbondanti comunità selvatiche una fonte di cibo facilmente reperibile. Le dinamiche del rapporto preda-predatore che si sono instaurate sono molto peculiari e sono state oggetto di studi mirati. La presente ricerca, attivata in parallelo ad altre indagini, ha lo scopo di evidenziare quali siano le caratteristiche ambientali dei siti di predazione utilizzati dal lupo. In particolare, grazie all’effettuazione di transetti standardizzati e ripetuti nei mesi di monitoraggio, in un periodo di monitoraggio compreso tra marzo e luglio del 2019, sono state individuate le prede uccise dal presente canide e si è proceduto al rilevamento di una serie di variabili, utilizzando i dati raccolti dall’estate del 2017.
Le analisi, basate su 83 predazioni, hanno permesso di evidenziare eventuali fattori ricorrenti nella scelta dei siti di predazione, sulla distribuzione totale delle predazioni sono state create delle buffer area circolari aventi come centro il punto in cui è stata ritrovata carcassa della preda; in particolare è stata posta attenzione sulle percentuali di copertura boscosa e di aree aperte.Tutte le valutazioni sono state condotte con software di analisi cartografica (QGis) e hanno restituito una chiara preferenza da parte del lupo rispetto alla specie daino e soprattutto la predilezione delle aree aperte come sito di predazione. Altra variabile di fondamentale importanza quale componente ecologico-ambientale si è rivelata la recinzione artificiale. Nonostante siano state prese in considerazione anche le distanze da strade carrozzabili, da fiumi e la presenza e/o la distanza da edifici, la vicinanza di una recinzione si è rivelato un fattore preponderane nella scelta del sito. Il lupo solitario potrebbe utilizzare queste strutture per sopperire alla mancanza di una cooperazione data da un branco di più individui e sfruttarle per limitare le possibilità di fuga dell’obbiettivo prescelto. La presenza di strade sembra influire parzialmente sulla posizione del sito di predazione, probabilmente perché utilizzate per gli spostamenti all’interno della Tenuta. Gli altri fattori antropici non risultano avere particolari effetti sull’area in cui avviene l’evento predatorio. Si suppone inoltre che il canide sia stato talvolta oggetto del fenomeno comportamentale chiamato killingsurplus. Questo spiegherebbe il fenomeno del gran numero di uccisioni settimanali e del consumo solo parziale osservato per ogni predazione riesumata.

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

Cookie

I cookie di questo sito servono al suo corretto funzionamento e non raccolgono alcuna tua informazione personale. Se navighi su di esso accetti la loro presenza.  Maggiori informazioni