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Analisi tricologica della dieta estiva del lupo appenninico (Canis lupus italicus) nel versante toscano del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

 

Titolo della tesi


Analisi tricologica della dieta estiva del lupo appenninico (Canis lupus italicus) nel versante toscano del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

 

 

Candidato


Bonini Riccardo

 

 

Relatore


Pugliese Carolina

 

 

Correlatore


Apollonio Marco

Cappai Nadia


 

 

Anno accademico


2018 - 2019

 

 

 

Riassunto


La presente ricerca ha come obiettivo quello di indagare le abitudini alimentari estive del lupo, inserendosi in uno studio più ampio che ha lo scopo di determinarne la dieta durante un intero anno biologico. L’indagine, svolta in un arco temporale di circa sei mesi (maggio - novembre 2019), ha avuto luogo nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Quest’area protetta è caratterizzata da una vasta copertura boschiva e da una limitata incidenza delle attività antropiche al suo interno. Tali fattori hanno permesso nel tempo, un progressivo aumento della fauna selvatica, specialmente degli ungulati. Le favorevoli condizioni ambientali e l’abbondante presenza di potenziali prede garantiscono al lupo un ambiente ottimale per una sua presenza stabile e diffusa.
Questo predatore è un generalista opportunista, capace di trarre vantaggio da ogni risorsa trofica disponibile nell’ambiente e riuscendo ad adattarsi in qualsiasi habitat naturale si trovi. Questa sua natura lo ha portato più volte ad interagire con alcune attività umane, come la pastorizia, fomentando nei suoi confronti odio e violenza, spesso ingiustificati. Per valutare la composizione della dieta sono stati analizzati 132 escrementi di lupo ritrovati durante la percorrenza a piedi di transetti standardizzati, uniformemente distribuiti sul territorio dell’area di studio. Tali campioni sono stati sottoposti ad una procedura di preparazione comprensiva di lavaggio in acqua corrente per l’eliminazione delle componenti superflue e di essiccazione in stufa della parte macroscopica non digerita, composta perlopiù da peli e frammenti ossei. Le analisi effettuate sui campioni hanno avuto lo scopo di identificare la specie predata attraverso la determinazione visiva, tramite un confronto con una collezione di riferimento, dei resti indigesti presenti all’interno di questi. L’ecologia trofica è stata descritta in termini di frequenza di occorrenza (FO%) e volume medio percentuale (VM%). Inoltre, sono stati calcolati l’Indice di Levins (B) per valutare l’ampiezza di nicchia trofica del predatore e l’Indice di Pianka (O) per stabilire se i metodi di analisi utilizzati fornissero dati concordanti.
I risultati delle analisi hanno evidenziato come la principale fonte alimentare del lupo sia rappresentata dagli ungulati selvatici: tra il 92,62% ed il 96,22% in termini di VM%, manifestando una netta prevalenza del cinghiale (53,98% del VM% e 50% di FO%), seguito dal capriolo (18,18% del VM% e 17,11% di FO%) e dal cervo (12,88% del VM% e 12,50% di FO%). Le restanti categorie alimentari ricoprono un’importanza secondaria, non superando, singolarmente, la soglia del 10%. Un’ulteriore analisi è stata effettuata prendendo in considerazione le classi di età maggiormente predate dal lupo, portando alla luce una forte selezione positiva nei confronti dei piccoli e degli esemplari giovani, largamente disponibili in primavera-estate e maggiormente vulnerabili, confermando l’ecologia prettamente opportunistica di questo predatore.
Dai risultati ottenuti con il presente studio, è emerso come una conoscenza dettagliata della dieta del lupo sia fondamentale per una corretta gestione ambientale e faunistica di tutte le specie selvatiche e per la salvaguardia di questa importante specie.

 



 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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