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L’uso delle recinzioni per gestire la conflittualità tra fauna selvatica e domestica: il caso di due aziende dell’Appennino Pistoiese


Titolo della tesi


L’uso delle recinzioni per gestire la conflittualità tra fauna selvatica e domestica: il caso di due aziende dell’Appennino Pistoiese

 

 

 

Candidato


Camilloni Lavinia

 

 

Relatore


Acciaioli Anna

 

 

Correlatore


Parrini Silvia

 

Anno accademico


2018 - 2019

 

 

Riassunto


La tesi si articola in più capitoli ma sviluppa tre parti principali: una introduttiva, una di analisi della letteratura e una applicativa. In primo luogo si descrive il territorio della Montagna Pistoiese in termini di vegetazione, fauna selvatica e domestica presenti e le possibili interazione che si possono instaurare tra quest’ultimi. Si prosegue poi, con l’analisi di alcuni progetti Life attraverso i quali è stato possibile valutare una serie di soluzioni da adattare al nostro contesto per quanto riguarda la realizzazione di recinzioni.
Nella parte speciale la tesi ha permesso di approfondire vari aspetti relativi all'interazione tra specie selvatiche e domestiche e, in particolare, alle possibili modalità di convivenza degli animali selvatici con le attività agro-zootecniche. Il territorio della Montagna Pistoiese e le aziende zootecniche “Le Roncacce” e “Oasi Dynamo” sono state considerate dei casi di studio, e possono rappresentare quindi, un esempio da proporre per altre aziende con caratteristiche simili. L’obbiettivo primario del lavoro applicativo è stato quello di attutire le competizioni spaziali e alimentari tra la fauna selvatica e domestica attuando strategie che permettano gli spostamenti e i normali comportamenti delle specie selvatiche. Dai risultati della tesi sono emerse sia delle possibili soluzioni per la convivenza e parallelamente per la tutela degli animali selvatici e domestici sia alcune proposte per l'organizzazione e la gestione delle recinzioni. Le soluzioni proposte, nello specifico, hanno riguardato la realizzazione di recinzioni con cancelli e la suddivisione dell’area principale in più sub-recinti con annessi corridoi ecologici, punti di abbeverata e foraggiamento; per l’opzione più consona da realizzare in un determinato contesto sono state considerate: le specie zootecniche che devono usufruire delle aree pascolive oggetto di recinzione, l'organizzazione aziendale e la calendarizzazione dell'utilizzo di tali aree nonché il tipo di vegetazione ed orografia del territorio interessato (presenza di superfici boscate e pascolive). In base a questi elementi, per l’azienda per Le Roncacce la soluzione proposta è stata quella della suddivisione in più sub-recinti dell’area principale con annessi corridoi ecologici per garantire una maggior efficienza d’uso delle risorse pascolive e una maggior possibilità di movimento della fauna ungulata. Per l’azienda Oasi Dynamo invece, la soluzione migliore risulta quella che preveda la realizzazione di sub-recinti con cancelli e all’interno dell’area interessata punti di abbeverata e foraggiamento. In entrambi i casi si può ottenere: una riduzione della competizione alimentare e spaziale tra selvatici e domestici, una maggior capacità di compiere i comportamenti specie-specifici da parte dei selvatici nonché una diminuzione dei danni da parte degli ungulati tramite l’attività di rooting per crearsi nuovi passaggi; ne consegue un risparmio delle spese da sostenere per il ripristino degli impianti danneggiati con conseguenti vantaggi economici per le aziende.

 



 

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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